L’obesità è un problema di notevole rilevanza sociale, che sta raggiungendo le proporzioni di una vera e propria “pandemia” con più di un miliardo di persone affette nel mondo e coinvolgendo non solo individui adulti ma anche bambini e adolescenti.
Secondo l’International Obesity Task Force, 22 milioni di bambini nel mondo, sotto i 5 anni di età, sono sovrappeso o obesi.
L’Italia è il paese che detiene il primato negativo con la prevalenza più elevata d’Europa (36%), e coinvolgendo maggiormente le regioni meridionali e individui di sesso maschile.
Un’indagine promossa dal Ministero della Salute indica che all’età di 9 anni in città campione come: Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, Campania, Puglia e Calabria il 23,9% dei bambini è in soprappeso ed il 13,6% è francamente obeso e la più elevata prevalenza risulta evidente nelle regioni del sud (16% a Napoli) rispetto al nord (6.9% a Lodi).
In generale, i genitori tendono a preoccuparsi molto per i bambini che non mangiano a sufficienza, mentre i problemi di iperalimentazione spesso vengono sottovalutati o diagnosticati tardivamente, quando il bambino ha già raggiunto uno stato di sovrappeso o di obesità.
Questo fenomeno si traduce in una maggiore probabilità di avere degli adulti obesi e in una maggiore incidenza di malattie cronico-degenerative derivanti da complicanze organiche come l’ipercolesterolemia, l’ipertrigliceridemia, ipertensione arteriosa la steatosi epatica, l’intolleranza al glucosio, complicanze ortopediche e respiratorie e per le bambine l’ovaio policistico, come la “sindrome metabolica”, le iperlipidemia e l’aterosclerosi precoce. Le conseguenze saranno a breve e lungo termine con un aumento della mortalità prematura nell’età adulta.
Le cause dell’obesità infantile
Raramente le cause dell’obesità infantile sono dovute ad alterazioni ormonali quali ipotiroidismo o disfunzioni surrenali, nella maggior parte dei casi sono da ricercarsi in:
I bambini infatti non sono tutti uguali. La capacità di immagazzinare l’eccesso di cibo in grasso è una caratteristica soprattutto genetica che non è uguale per tutti: il 75 % della popolazione accumula più o meno facilmente, il restante 25% lo fa con maggiore difficoltà. Al primo gruppo appartengono i bambini che tendono ad ingrassare, al secondo gruppo i bambini che possono mangiar quello che vogliono senza mettere un filo di ciccia.
Si tratterebbe, infatti, proprio di cause biologico-ambientali e tecnologiche alla base dell’ epidemia di obesità a cui si assiste oggi. Questa caratteristica genetica era presente nell’uomo preistorico, che riusciva a sopravvivere alle carestie grazie alla sua capacità di immagazzinare in grasso tutti gli eccessi quando disponibili, è stata proprio la selezione naturale a favorire questi soggetti con un genotipo parsimonioso, caratterizzati cioè, da un’ elevata capacità di immagazzinare energia.
Questa caratteristica però nel tempo si è rivelata assolutamente controproducente.
Con l’avvento dell’agricoltura e il rifornimento di cibo costante seguito da attività di vita quotidiana che richiedevano ancora un considerevole dispendio energetico, si è mantenuto un buon equilibrio tra energia in entrata ed in uscita.
Solo negli ultimi anni, una vita sempre più longeva e una disponibilità illimitata di cibo a condizioni di basso dispendio energetico hanno portato all’attuale fenomeno di obesità dilagante.
E’ pertanto possibile definire l’obesità come il risultato della nostra eredità evolutiva associata ad una società consumistica e tecnologicamente avanzata.
FATTORI PREDISPONENTI L’OBESITA’ INFANTILE
COSA FARE….
Gli obiettivi del trattamento sono rappresentati dalla formulazione di programmi e percorsi multidisciplinari di cambiamento di abitudini alimentari e stili di vita che coinvolgano tutta la famiglia e che agiscano sia a livello nutrizionale che comportamentale e includano, inoltre, una buona attività fisica.
Il fine è quello di correggere abitudini errate e di raggiungere un nuovo equilibrio tra spesa energetica e intake calorico che assicuri un peso adeguato alla statura insieme ad un mantenimento e potenziamento della massa magra, l’unica in grado di incidere positivamente sul metabolismo basale (MB) e di conseguenza sulla spesa energetica totale (EE).
La letteratura scientifica è concorde nel ritenere che l’orientamento della terapia debba essere rivolto ad un coinvolgimento a vari livelli della famiglia.
I genitori stessi devono farsi promotori del cambiamento di stile i vita dei propri figli, impegnandosi affinchè nel bambino si sviluppi una coscienza alimentare autonoma e consapevole che permetta loro di fare scelte nutrizionali corrette e promuovendo una sana e regolare attività fisica.
Alcune raccomandazioni per i nostri bambini….
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