La dieta mediterranea è un modello nutrizionale ispirato alla tipologia di alimenti diffusi in alcuni paesi del bacino mediterraneo come l’Italia negli anni cinquanta.
Il termine affonda le sue origini nella storia del nostro paese e risale ai primi anni del dopoguerra, quando si notò che l’incidenza di malattie cardiovascolari in Grecia era notevolmente inferiore a quella degli Stati Uniti.
Il ricercatore americano Ancel Keys ipotizzò che tale differenza dipendesse dalle diverse abitudini alimentari osservate nei due paesi. I risultato dello studio da lui effettuato: “Seven Countries Study”, ovvero lo Studio delle Sette Nazioni confermò la relazione tra la dieta e l’incidenza di alcune malattie, chiarendo in particolare che il tipo di grassi utilizzati, e non la loro quantità, aveva una grande influenza sulle malattie cardiovascolari.
Dall’analisi di quegli anni emerge dunque che
Esaminando più in dettaglio questi nutrienti , la maggior parte dei grassi derivava dall’olio d’oliva e solo una piccola parte di acidi grassi saturi derivava in genere dal pesce azzurro.
La fonte delle proteine nella dieta mediterranea degli anni sessanta, era prevalentemente vegetale, con pochissime proteine animali.
Erano inoltre presenti molte fibre alimentari, specie nel pane, pasta, cereali non raffinati frutta e verdura.
Dieta mediterranea significa mangiare cereali non raffinati, pasta di grano duro, legumi, verdure, olio di oliva, frutta e semi oleaginosi quotidianamente e solo occasionalmente il pesce, raramente le carni, i formaggi, le patate il burro, zucchero e dolciumi.
Si tratta di un modello non solo alimentare ma di uno stile di vita
Ma la dieta mediterranea che conosciamo oggi è la stessa di una volta?
Negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso il boom economico ha portato ad un radicale cambiamento delle nostre sane abitudini forse perché ritenute umili e poco allettanti. In particolare, tale cambiamento ha portato in molti casi ad un’imitazione di comportamenti alimentari provenienti dagli Stati Uniti.
Facendo un confronto tra anni sessanta e i giorni nostri, quindi, il rapporto tra proteine vegetali e animali è molto cambiato, risulta infatti, allora tale rapporto versava a favore delle proteine vegetali nei paesi dell’area mediterranea, adesso invece la nostra alimentazione è simile a quella dei paesi del nord Europa e degli Stati Uniti: si mangiano dunque meno proteine vegetali ed è aumentato il consumo della carne.
In particolare, le cose si complicano se pensiamo all’alimentazione dei nostri bambini e adolescenti la cui alimentazione è costituita principalmente da alimenti che nulla hanno a che fare con la nostra tradizione. Vi è dunque uno scarso consumo di frutta e verdura di stagione. Il pesce viene consumato molto poco, e spesso solo quello già preparato dall’industria sotto forma di bastoncini fritti. I legumi poi, con il loro benefico apporto di proteine vegetali, di fibre, e anche di vari minerali come il ferro, sono totalmente sconosciuti ai nostri figli mentre è onnipresente la carne, in tutte le sue forme e il cui consumo in Italia è il doppio di quello consigliato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, tanto che fin dalla più tenera età se ne consuma in eccesso sia per frequenza che per quantità.
I nostri figli consumano troppe proteine animali!!
Se l’olio di oliva in molte regioni è rimasto il condimento fondamentale anche in età pediatrica, spesso si eccede però con le quantità e questo, unito al frequente consumo di snack dolci e salati (entrambi troppo spesso ricchi in grassi, a volte neppure di buona qualità) può determinare un’eccessiva introduzione soprattutto dei grassi saturi, nemici del nostro cuore e delle nostre arterie.
Dobbiamo ricordare che nell’infanzia il cibo che mangiamo serve non solo a far crescere i nostri figli sani e forti ma anche a far sviluppare il cervello e le sue capacità. I bambini che fanno colazione con alimenti ad alto indice glicemico come merendine, fiocchi di cereali zuccherati ,biscotti industriali preparati con farine raffinate, marmellate e miele avranno un repentino rialzo glicemico a cui seguirà un rialzo insulinemico con la conseguenza che dopo poche ora la glicemia di abbasserà al punto tale da mettere in seria difficoltà il cervello che si nutre di zucchero.
Da ciò ne conseguirà distrazione scarsa concentrazione del bambino e immediata fame di zucchero, quindi con ulteriori spuntini fatti con merendine e via ad un circolo vizioso.
Una sana colazione mediterranea invece può prevedere un porridge con fiocchi di avena frutta fresca e frutta secca oppure un muesli fatto con cereali integrali cioccolato fondente e frutta fresca o secca oppure pane integrale tostato con marmellata senza zucchero oppure con un filo di olio extravergine di oliva e frutta.
Riscopriamo il piacere di una colazione fatta con calma tutti insieme.
Diamo ai nostri figli della frutta o della frutta secca per merenda oppure una fetta di pane con un buon olio extravergine di oliva.
Riscopriamo i cereali integrali e i legumi un vero toccasana per noi e per i nostri bambini.
E’ necessario tornare in cucina con amore e aprire le nostre cucine ai nostri figli ed ai loro amici, compriamo quando possibile dai produttori e leggiamo le etichette.
Non dobbiamo aver paura di cambiare le nostre abitudini alimentari….i nostri figli ci osservano e apprendono dai nostri comportamenti anche a tavola!
Anche se non avremo dei risultati immediati continuiamo a percorrere la strada del buon esempio e raccoglieremo senz’altro i nostri frutti.
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